“nessun uomo è un’isola”, diceva Thomas Merton, ad indicare che non siamo soli e non possiamo vivere in solitudine. Ognuno di noi, infatti, è parte di tutta l’umanità.

E’ proprio il nostro vivere in società, però, che in quest’ultimo anno ha subito una profonda trasformazione…in peggio.

Stiamo vivendo un periodo storico estremamente difficile, questo è innegabile. Tutto ci sembra surreale. Ogni giorno siamo chiamati a confrontarci con i problemi di sempre (lavoro, famiglia, scuola etc…), aggravati da una pandemia che sembra non avere fine. Abbiamo perso i nostri punti di riferimento, le nostre sicurezze. Tutto ci sembra più incerto, più “pesante”. Il coronavirus è diventato un amplificatore delle nostre paure e proprio queste ultime ci stanno spingendo, giorno dopo giorno, verso il più totale isolamento.

Ma è proprio adesso che, secondo me, dobbiamo provare a riscoprire la bellezza del vivere in comunità, del sentirci parte integrante di una comunità che sta soffrendo le stesse pene, che sta provando le stesse paure ed incertezze. Quando si è in due ha portare un peso, si fatica la metà.

Noi di SentirSi, nel nostro piccolo, stiamo cercando di trasmettervi proprio questo.

In che modo? Pubblicando articoli sul nostro blog; contattandovi telefonicamente per esprimervi tutta la nostra solidarietà; facendovi passare il messaggio positivo che è importante mettere regolarmente gli apparecchi acustici tutti i giorni, almeno dieci ore al giorno, anche se stiamo a casa e non parliamo ad alcuno, altrimenti il nostro cervello si disabitua e vanifichiamo tutto il lavoro fatto insieme fino ad oggi. Esortandovi a venire a controllo periodico, anche se siamo in zona rossa, in quanto per le “assistenze sanitarie”, così come stabilito dall’ultimo DPCM del 2 Marzo 2021 e del D.L. 30 del 13 Marzo 2021, ci si può spostare tranquillamente con autocertificazione, senza incorrere in sanzioni. Siamo operativi e pronti ad aiutarvi ogni volta ne abbiate bisogno. Non dimenticatelo.

Di più. Siamo ligi nell’osservare tutte le misure di sicurezza finalizzate a ridurre i rischi di contagio: sanitizzazione degli ambienti di lavoro prima e dopo le visite; distanza di almeno 1 metro tra cliente e professionista; uso della mascherina; areazione continua dell’ambiente di lavoro; igienizzazione accurata delle mani; ottimizzazione delle visite, al fine di evitare assembramenti, soprattutto nelle sale d’attesa.

Infine e non meno importante, tutti i professionisti sanitari sono o stanno per essere vaccinati, per la nostra e vostra sicurezza. A questo punto che dire? Non permettiamo al virus di sconfiggerci due volte, fisicamente e psicologicamente. Uniamo le forze e cerchiamo, insieme, di guardare con speranza al futuro. Lo dobbiamo a noi stessi ed a tutti quelli che ci vogliono bene. Lo dobbiamo ai nostri figli ed alle generazioni future.

Dr. Alessandro Augusto Gentili

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